Spiegare agli Italiani i loro problemi con i numeri e non con le parole al vento

Non sono mai riuscito a capire perchè i politici non impiegano gli strumenti della logica e della semplicità per spiegare agli italiani i problemi del paese. Ciò vale per tutti , anche per quelli che a ragione devono prendere decisioni che hanno ricadute immediate sui cittadini e sulla gestione della cosa pubblica.

Vale poi ancor di più, però, per quelli che promettono mirabilia, la dazione di provvidenze di qualsiasi genere, specie se queste sono di natura fiscale. Il refrain è abbassare le tasse: a spese di chi  non è chiaro, ma di certo a spese di chi oggi non può parlare ( i giovani)  e senza  dire dove si prendono le risorse e chi dovrebbe sostenere pantalone che paga, cioè il paese Italia.

Le irresponsabilità di simili promesse si scontrano con i dati che tutti i giorni si leggono su alcune testate, in verità poche, capaci di dare numeri e spiegarli al paese,  che invece avrebbero il dovere di indicare concretamente la strada per moralizzare il paese e limitare il furto di una parte della popolazione a danno di chi invece lo subisce.

Intanto prosegue la narrazione del popolo che subisce le angherie dello stato cattivo e del sistema delle imprese che paga tasse abnormi.

Non è chiaro,infatti,  come negli anni sia stato possibile costruire una ricchezza privata finanziaria che è arrivata alla prodigiosa cifra di 4217 miliardi che tale non sarebbe stata  se non avesse concorso la elusione e la evasione fiscale che si è avvalsa di tutti i possibili strumenti,  anche della complicità di un sistema politico che  non ha inteso disturbare il manovratore più di tanto. Il voto paga.

E non  si può certo dire che la ricchezza privata è solo il frutto del risparmio certosino delle formichine, famiglie e privati, a dispetto dell’altra parte rappresentata invece dalle cicale che contribuiscono a muovere l’economia con l’eccesso di spesa.

La premessa è solo un momento più generale di riflessione cui tutti dovrebbero essere invitati con l’esame di documenti pubblici che sono li a comprovare idee che la politica mette sotto i piedi e che non ha il coraggio virile di commentare.

L’idea di scrivere questa nota nasce dalla esigenza avvertita di contribuire a generare una consapevole responsabilità e di fare ragionare i benpensanti.

Un primo dato,quello innanzi ripreso, è la ricchezza privata finanziaria del paese pari a circa 4217 miliardi di €  che i nostri consoci della UE guardano con attenzione e sospetto ben sapendo, come è ormai acclarato da sempre , che essa è in gran parte anche frutto del mancato rispetto delle regole della fiscalità generale.

Si omette di proposito l’altro dato  del patrimonio immobiliare che fa ascendere il tutto a più di  10 mila miliardi di € come da dati della Banca di Italia sulla ricchezza delle famiglie.

La politica di un paese può anche decidere in economia di sottrarre parte delle risorse alla mano pubblica destinandola al privato, con la segreta attesa che esse poi diventino il motore della domanda dei beni di consumo e degli investimenti , ma deve, di conseguenza, decidere di rapportare il suo welfare agli introiti e non indebitarsi nella speranza che intervengano terze parti a pagare il suo debito.

L’aver costruito un sistema di welfare ampio ed allargato sul piano sociale non può oggi consentire di ridurre queste voci di spesa e far fare al paese una marcia indietro sulla strada di quel  progresso sociale che tempo addietro faceva scrivere a Rifkin  nel 2004 un famoso libro dal titolo “Il sogno Europeo” , libro in cui egli mette a confronto il sistema delle democrazie Europee e dei risultati raggiunti con quelli del mondo americano fatto di disuguaglianze e mancate assistenze sul piano sociale.

Forse leggendo alcune tabelle ed alcuni dati si può  con gradualità arrivare a delle conclusioni.

Partiamo dai conti dello stato al mese di Agosto 2019 che mi sono venuti sotto gli occhi. Ci aiutano a capire.

SALDO DEL SETTORE STATALE AGOSTO 2019 – QUADRO GENERALE

Tabelle

Dal mese di gennaio 2019, coerentemente con le tabelle presentate nel Rapporto mensile sul conto consolidato di cassa del settore statale e delle amministrazioni centrali, le tabelle “Formazione del saldo del Settore Statale” espongono le principali voci di formazione del saldo del Settore Statale al netto delle poste correttive e compensative degli incassi (ad esempio dietimi di interessi) e dei pagamenti (ad esempio rimborsi e compensazioni di imposta).

Formazione del saldo del Settore Statale.
Gennaio-Agosto 2018 – 2019
(dati cumulati in milioni di euro)
FORMAZIONE Valori assoluti 2018 Valori assoluti 2019 Variazioni
assolute
Variazioni
percentuali
Incassi totali 275.320 279.245 3.925 1,4
Pagamenti totali 303.689 310.241 6.552 2,2
di cui: Interessi passivi 41.737 42.871 1.134 2,7
Saldo al netto delle Partite Finanziarie -28.369 -30.996 -2.627
Saldo primario al netto delle Partite Finanziarie 13.368 11.875 -1.493
Partite Finanziarie -1.219 -1.392 -173
   Incassi 776 755 -21 -2,7
   Pagamenti 1.995 2.147 152 7,6
Incassi finali 276.096 280.000 3.904 1,4
Pagamenti finali 305.684 312.388 6.704 2,2
Saldo Settore Statale -29.588 -32.388 -2.800
Saldo primario 12.149 10.483 -1.666
Formazione del saldo del Settore Statale.
Agosto 2018 – 2019
(dati mensili in milioni di euro)
FORMAZIONE Valori assoluti 2018 Valori assoluti 2019 Variazioni
assolute
Variazioni
percentuali
Incassi totali 36.842 35.068 -1.774 -4,8
Pagamenti totali 35.485 37.280 1.795 5,1
di cui: Interessi passivi 6.393 7.226 833 13,0
Saldo al netto delle Partite Finanziarie 1.357 -2.212 -3.569
Saldo primario al netto delle Partite Finanziarie 7.750 5.014 -2.736
Partite Finanziarie -61 -27 34
   Incassi 6 8 2 33,3
   Pagamenti 67 35 -32 -47,8
Incassi finali 36.848 35.076 -1.772 -4,8
Pagamenti finali 35.552 37.315 1.763 5,0
Saldo Settore Statale 1.296 -2.239 -3.535
Saldo primario 7.689 4.987 -2.702

(*) se positivo: avanzo; se negativo: disavanzo

  • Da questo prospetto si evince un dato di una semplicità sconcertante . La gestione ordinaria chiude con un avanzo di circa 10 miliardi negli otto mesi, annullato da una voce di ben 42 miliardi di interessi passivi che ripagano il debito pubblico in circolazioneNon credo ci voglia molto a far capire agli italiani che il nostro macigno è tutto li. Qualche altro dato può meglio caratterizzare il paese che ad onta di tutte le malevoli congetture è un paese virtuoso,  strano a dirsi ma è proprio cosi , nonostante i tanti lati negativi pure da mettere a posto. Si proverà meglio a chiarire l’assunto in prosieguo.
  • L’italia ha visto aumentare il suo debito di 692 miliardi in circa 10 anni, passato da 1671 a 2363. La Francia ha visto aumentare invece il debito di 1025 miliardi , passato da 1370 a 2395. Spagna di 759 con un salto da 439 a 1199. La Germania di solo 304 miliardi con un rapporto che è passato da 65,2 a 56,9 del pil, cioè diminuito. L’italia al contrario ha visto crescere il rapporto debito/pil  che è  arrivato a 133,4 ; in  Francia il rapporto è aumentato del 30%, in Spagna del 56%. Tra l’altro il sistema Italia si è anche piantato dopo le crisi bancarie giacchè gli impieghi sono passati da 1691 del 2011 a 1435  con una diminuzione di 256 miliardi. Le banche non spingono più; si sono fermate.
  • Passiamo ad un altro dato che spiega bene il paese Italia.  Il suo Pil a prezzi costanti dal 2008 a 2019 è passato da 1615 miliardi a 1665 , con un più 5o miliardi. A prezzi correnti è aumentato di 139 miliardi pari a 12,5 nel periodo considerato, meno della inflazione che è stata del 13,5%. In Francia è stata del 13% in Germania del 14%. Nel periodo antecedente dal 1992 al 2007 per 15 anni l’Italia aveva ridotto il rapporto debito/pil da 109,7% a 99,8%.Nello stesso periodo il Pil era cresciuto del 23%.  con una variazione della inflazione del 60,3% pari ad una media annua del 3,75%. In Francia era stata del 31,9% in Germania del 37,6%.  Il numeratore cioè il debito negli ultimi 10 anni è cresciuto, il denominatore no. Il paese non cresce nè in termini nominali nè in termini reali.
  • Passiamo alla voce delle entrate. Nel periodo il totale dell’aumento è stato di 823 , le spese di 870; in Francia le entrate di +269 le spese di +284; in Germania di +469 di spese +419.  Ma quale è il dato che conta e che ci opprime. L’Italia nonostante un avanzo di 475 miliardi , ha avuto una gestione dei conti altamente critica per aver pagati per il debito interessi per  858 miliardi , contro i 566 della Francia e i 549 della Germania. Ha quindi potuto spendere di meno in tutte le voci del bilancio mentre Francia e Germania hanno potuto spendere di più. La Francia contro i nostri 475 miliardi di avanzo ha  registrato un disavanzo di 132 ;la Germania di 67.
  • In altri termini Francia e Germania hanno potuto e possono spendere di più. Detta meglio: non abbiamo nemmeno gli occhi per piangere. Ed allora la politica deve fare delle cose semplici e complesse allo stesso tempo. 
  • Certamente non deve aumentare il debito che continua a strozzare la nostra gestione e l’economia .Deve riqualificare la spesa spostando le somme da spese meno produttive a quelle più produttive e che aggiungono valore. Deve certamente ridurre le spese , che non creano valore, come si fa nelle aziende e non deve creare disoccupazione.  E deve intervenire sulle singole voci di spesa e di entrata con le modalità che rappresentano la sua vision di politica economica e strategica e con l’occhio a tutti gli indicatori che rappresentano la criticità del paese. Ma certamente deve accontentare taluni e scontentare altri e non può accontentare tutti.
  • Come si può fare? In primis rimettendo in ordine la giustizia sociale per far pagare a tutti in ragione del principio costituzionale del contributo dovuto in ragione del reddito e del patrimonio per consentire solo con l’equilibrio tra entrate ed uscite il sostegno al welfare sin qui assicurato: salute, istruzione, spese sociali  ed altro. 
  • Ma come si fa concretamente? Scendendo nei dati del suo bilancio ,guardando tutte le voci  in lungo ed in largo. Per chi volesse capire  non resta che aprire il link sotto segnato.
  • Chi vuole può leggere e studiare tutte le voci analiticamente delle entrate e delle uscite ed esercitarsi nella surroga del parlamentare e del politico che deve fare le sue scelte , del governo che è chiamato a fare le scelte di politica economica. Va detto pure che i dati che vengono pubblicati ogni mese e che sono a disposizione di tutti come è a disposizione di tutti ogni documentazione necessaria per approfondire e capire.
  • http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/previsione/contabilita_e_finanza_pubblica/conto_riassuntivo_del_tesoro
  • Ci sono domande preliminari alle quali occorre rispondere: fondative e ineludibili. Aumentiamo la fiscalità per mantenere lo stato sociale e alimentare le esigenze sottese della economia. ? La risposta non è difficile e non è di sinistra.
  • Per quanto ci sia un ritornello che assume che l’Italia è il paese con il carico fiscale più elevato, allo stesso modo va detto che non è sempre cosi e che esiste solo l’esigenza di una sostanziosa risistemazione con spostamenti delle risorse a parità di carico fiscale.  Non resta che scontentare chi oggi si avvale del beneficio non equo.
  • La seconda domanda: diminuiamo lo stato del Welfare che significa sanità, istruzione, sostegno sociale, assistenza, regime pensionistico. Anche qui la risposta sembra quasi obbligata: non è il caso di parlarne. Si scontenterebbero fasce di popolazione anche se non guasta riesaminare nel merito tante situazioni, come ad esempio il fatto che ci sono circa 10 milioni di cittadini che percepiscono assegni senza aver mai versato un centesimo nè di tasse e di contributi, avendo lavorato in nero per tutta la vita,ma avendo del pari fruito di tutto il sistema del welfare.
  • Terza domanda: assecondiamo le aspirazioni della Lega e dei suoi sodali di far pagare meno tasse , di aumentare il debito, uscendo fuori dall’Europa, perchè il potere sovrano del paese deve riappropriarsi del futuro visto che una grossa percentuale del paese lo gratifica di consenso e di sostegno politico. Solo una visione anarchica e fuori dal mondo reale può produrre tale convincimento e orientare la politica. Sarebbe un suicidio non assistito perchè l’Europa ed il Mercato ci espellerebbero riportandoci ad un ante 2008, se non peggio.
  • Ma c’è una via di fuga sulla quale con coraggio deve concentrarsi la nuova coalizione spiegando bene il tutto al paese: occorre reperire risorse dai 20 a 30 miliardi con le quali da una parte sistemare il debito negli anni e da una parte destinare almeno 15 miliardi all’anno ad investimenti.
  • Occorre reperirle in casa nell’area della evasione , piccola o grande che sia. I dati pubblicati dall’Istat e non solo , dal Mef, dalla Corte dei Conti,  dall’Eurostat, da non so quanti organismi ed Istituzioni, dicono di una evasione che non può essere eliminata ma che deve essere almeno avvicinata ai numeri percentuali dei paesi consoci dell’Europa cui il tema è ben noto e che per questa ragione non sente alcun impegno di solidarietà. E fa valere questo sentiment in ogni occasione istituzionale. Questa è la  sfida che attende la coalizione rispetto alla quale le note stonate di turno  fanno perdere vigore e ragion d’essere. Non convincono neppure quelli che hanno sempre nutrito sentimenti di simpatia.

Capitolo primo.  Nei successivi saranno ripresi a beneficio ed a sostegno della idea i numeri che contano tutti attinti da fonti e documenti ufficiali o da stampa qualificata come quelli sui dati del Pil ed altri. Fonte Milano Finanza.