Ripropongo un articolo “Università on line una occasione da non perdere. e pubblicato in data 17 aprile 2015
“Traduzione di un articolo apparso su una rivista della Società di Consulenza strategica BOSTON CONSULTING GROUP .
“Il numero relativamente piccolo di persone che, In un passato non troppo lontano, ha preso lezioni on-line negli Stati Uniti ha visto una crescita all’alternativa dei corsi tradizionali tenuti in classe . Gli adulti in carriera e i giovani hanno approfittato delle lezioni on-line gradite a causa della convenienza concessa loro di imparare sempre e ovunque. Nella mente di molte persone i corsi di laurea online sono stati quasi sempre associati a scopi lucrativi delle associazioni, delle istituzioni, anche se sono state molte le istituzioni non profit che hanno proposto corsi individuali on-line.
Oggi, quello che una volta era considerato un mezzo educativo di nicchia è diventato parte del mainstream.
Ad esempio, il 60 per cento di istituti secondari propongono offerte di corsi online. E la percentuale di studenti di istruzione superiore attualmente iscritti ha almeno un corso on-line ed è ad un massimo storico del 34 per cento, ovvero rappresentano circa 7 milioni di studenti-con iscrizione online con una crescita di almeno cinque volte di più rispetto al numero alle iscrizione totale. Più di 3 milioni di studenti, il 15 per cento di tutti gli studenti dell’istruzione superiore, stanno attualmente imparando, principalmente attraverso corsi on-line, come studiare in un programma che è per lo meno per l’80 % in linea.
Tale cifra era del 6% per cento un decennio fa.
La formazione on-line è associata ad una vasta gamma di istituzioni educative, tra cui si registrano alcune delle più prestigiose università senza scopo di lucro del paese. Ciò che aveva generato un’opportunità basata su un trade-off qualità /convenienza si è modificato in una percezione del livello di qualità costruito sulla reputazione e su una modalità di insegnamento che richiede meno compromessi.
Un sondaggio BCG su oltre 2.500 studenti e 675 genitori e con-aziende americane ha confermato queste tendenze che si arricchiscono di nuove opportunità per esempio con l’esperienza degli studenti in corsi blended (che combinano on-line e l’istruzione in-class). In linea con le stime di cui sopra, i risultati del BCG US Education Sentiment Survey indicano che la percentuale di studenti attualmente con un corso online si attesta al 30 per cento degli studenti post-secondaria.
Si stima inoltre dal sondaggio che il 16 per cento degli studenti post-secondaria sta attualmente imparando principalmente attraverso corsi on-line. Inoltre, la ricerca di BCG ha identificato gli atteggiamenti universali sulla formazione on-line tra gli studenti e genitori.
La indagine ha mostrato che gli studenti in tutti i dati demografici e posizioni sociali vogliono combinare gli online con corsi in aula tradizionali, per creare un’esperienza di apprendimento che coniuga le impostazioni virtuali e tradizionali. In realtà, la nostra indagine indica che più del 25 per cento degli studenti è attualmente in corso almeno un corso blended.
E’ anche emerso che gli studenti desiderano un maggiore livello di interattività .
Le istituzioni che non riescono a prepararsi a questi cambiamenti e rispondere alla drammatica maggiore concorrenza tra offerte online rischiano di perdere la quote di pertinenza e la quota di mercato globale. Quelle che si adattano scopriranno enormi opportunità non sfruttate per la crescita, nuove piattaforme per l’innovazione ed il potenziale modo di trasformare le inclinazioni con cui le future generazioni di studenti impareranno.”
IL CASO ITALIA
Siamo il paese con il più basso indice di e-learning, con il più basso indice di studi che si perfezionano on line.In compenso siamo il paese con il più elevato indice di costo amministrativo e di gestione in tutti gli ordini di scuola.E non è un caso il dato rappresentato dal fatto che solo il 40% dei giovani tra i 25 ed i 40 anni ha un titolo di studio di cultura terziario, mentre solo il 15% tra i 55 e 64 anni ne dispone.La percentuale aumenta di 10 punti nella generazione degli anziani.Dopo il Brasile siamo il paese con la percentuale più bassa di laureati.
Analisi
In Italia gli studenti iscritto ai corsi delle Università Telematiche on line sono appena 46 mila circa. Le Università tradizionali appaiono restie ad aprirsi del tutto e non riescono a cogliere le opportunità che si presentano con l’impiego delle tecnologie che nei paesi avanzati e nei paesi Europei lungimiranti si stanno offrendo ai giovani.
Università Telematica Guglielmo Marconi 1423
Università telematica Unitelma Sapienza di Roma 1645
Università Telematica Internazionale Uninettuno di Roma 8.710
Università Telematica Niccolò Cusano di Roma 11.790
Università Telematica San Raffaele di Roma già UNITEL 968
Università Telematica “E-Campus di Novedrate (Co) 10205
In un fondo della settimana scorsa su un importante settimanale in merito alla riforma della Scuola in generale si osservava, e ciò vale per ogni ordine di scuola ed anche per le Università , che quel che conta nel processo di formazione non sono i contenuti, che possono essere visti in funzione degli obiettivi e delle finalità professionali a tendere, quindi non il cosa , ma il come. Forse anche le Università devono fare una profonda riflessione e rendere sempre meno cartacea, libresca e frontale, la modalità di insegnamento e sempre meno statiche le lezioni. Ne trarranno vantaggio tutti e soprattutto gli iscritti che sono circa 1700000 costretti in ragione della mobilità, dei costi e dei vincoli di tempo ad una dispendio di energie non indifferenti che potrebbe essere di certo più contenuto se solo si pensasse che almeno una parte, solo una parte, ad esempio riferita alle lezioni meno impegnative che richiedono una minore interazione con la didattica visiva e frontale, si svolgesse con la modalità on line
L’ apporto in termini di contenuti non ne risentirebbe e potrebbe essere colto con continuità di tempo, con una disponibilità senza limiti di spazio e con costi marginali bassissimi. E forse anche le stesse Università una volta fatto l’investimento potrebbero trarne non piccoli vantaggi in termini di conto economico.
Napoli li 7 aprile 2015
IL CASO NAPOLETANO DELLA FEDERICO II ” FEDERICA”.
E’ stato rilasciato il volume “Federica Eu” della nostra Federico II di Napoli, consegnato in uno al settimanale Sette del Corriere della Sera di oggi, intitolato a “Lezione con un click “! In esso si parla della nuova rivoluzione culturale che ha la forza di Gutenberg e la velocità di Internet. Solo qualche settimana fa in una conversazione rotariana se ne era parlato. I Mooc ( Massive open online courses ) corsi on line aperti e pensati per una formazione a distanza ( con piattaforme varie di Università Italiane che sfruttano persino produzioni di origine extranazionale ) sono un ottimo inzio, giacchè, pur essendo diretti a famiglie di utenti le più disparate, giovani, docenti, professionisti e semplici appassionati, non hanno ancora la finalità di erogare servizi di formazione per completare un intero corso di studi come fanno le Università Telematiche sopra citate figlie del provvedimento Moratti istitutivo delle Universita online.
Le Università al pari di tante altre Istituzioni ( Sanità, Giustizia) sono nella fase storica di un passaggio epocale. La carenza nell’E-learning ci veniva rimproverata dall’OCSE già più di un decennio fa. ( come si può leggere dai 5 articoli pubblicati nel 2004 sul giornale il Denaro )
Alle spalle occorrono, però, ben altri investimenti e progetti di elevato contenuto organizzativo ad ampio impatto.
Quel che serve è la possibilità di aiutare i giovani a cogliere tutte intiere le opportunità della formazione a distanza, consentendo loro di completare almeno per ogni corso di laurea una quota degli insegnamenti, quelli possibili, con innegabili vantaggi per la collettività tutta a fronte di investimenti che hanno un ROE elevatissimo.
Le analisi costi e benefici sono sotto gli occhi .
In allegato un articolo del Corriere della sera di giorni fa che segnalava le Università pronte per erogare servizi di formazione finalizzate alle lauree ed una serie di miei articoli apparsi sul giornale il Denaro nel 2004, nella fase di approfondimento della materia per una progettazione di e.learning per una Università di Napoli .
articoli sull’e-learning pubblicati sul denaro nel 2003 versione pet il blog